Imaginer la suite de l'histoire... 2ème édition!
Projet autour du roman de Giorgio SCIANNA,
"La regola dei pesci", Einaudi, 2017
Ecriture collaborative impliquant 34 élèves du cours d’italien des Lycées Jean-Baptiste DUMAS et Jacques PREVERT, année scolaire 2021-2022
A la suite de l’étude du début du roman (jusqu’à la page 25), imaginer la suite de l’histoire...
(pagina 25)
«La ragazza più in fondo di tutte con un piercing azzurro piccolissimo al naso alza il braccio.
- Ivan…
L’insegnante aspetta.
- Ivan è meno coglione di quello che tutti pensano.
La donna lo interrompe subito : - nessuno pensa una cosa del genere.
Adesso è il turno della ragazza di interrompere : - Forse lei no. Ma tutte le insegnanti lo pensano -. Si guarda intorno. - E anche molte ragazze.
Nessuna riesce a smentirla e questo le dà forza, le fa alzare la voce : - Bene, questa cosa a Ivan pesa. Ogni tanto diceva di essere stufo. Quando l’Inter perdeva soprattutto… o quando si è lasciato con Nadine…
- Voleva andarsene ?
- Questo non me l’ha mai detto… Ma quando non è tornato dalla Grecia… non mi è sembrato strano, ecco.»
(EVA) Giordania, Amman, 1 agosto
Siamo arrivati in Giordania. Non rimane molto tempo... non rimane molto tempo prima del grande giorno.
Ivan, Anto, Roberto e io abbiamo lasciato Cécile e Véronique in Turchia prima di volare in Giordania, la destinazione finale. Eravamo tutti molto chiari sulle regole, "se uno di noi andrà a casa, dovrà mantenere il segreto fino alla morte". Dopo la partenza di Simone quest'estate, abbiamo pensato che anche noi dovevamo partire. Lo scopo del nostro viaggio è ancora difficile da ammettere, è addirittura impossibile. Cécile e Véronique ci hanno chiesto cosa facevamo in Grecia e perché dovevamo andare in Turchia, ma siamo stati molto vaghi nelle nostre risposte e molto attenti a quello che dicevamo quando le ragazze erano in giro.
La Giordania è esattamente come ce la immaginavamo, il mare, le città antiche, la capitale, il deserto... Tutto. Il deserto è il luogo cruciale, l'ultimo appuntamento, ma prima di andarci abbiamo dovuto incontrarla, ci ha dovuto spiegare che cosa sarebbe stata la nostra missione questa volta.
(ALYSSIA) Lunghi minuti di spiegazioni, ma nessuno di noi le ha parlato o l'ha interrotta nemmeno una volta. Tuttavia, l’abbiamo ascoltata con molta attenzione, non abbiamo lasciato girare nessuna parola, nessun dettaglio è stato trascurato. Ho sentito il mio cuore eccitarsi con ogni nuova frase, ogni altra informazione che era essenziale per raggiungere i nostri fini. Di tanto in tanto, guardavo gli altri per cercare di leggere nei loro occhi se fossero nelle mie stesse condizioni. Ma non hanno lasciato trasparire nulla e tuttavia anche loro devono aver avuto difficoltà a mantenere la calma, lo sapevo, in ogni caso stavo cercando di convincermene. Infine, ci ha guardati tutti, non riesco a determinare se sentisse la nostra apprensione o se il suo sguardo significasse : “ non preoccupatevi, tutto andrà alla perfezione !”. Poi, dopo qualche secondo di silenzio, ci ha chiesto se fossimo pronti. Abbiamo annuito tutti, come se nessun suono potesse uscire.
(TESS) Avevo paura che non saremmo stati in grado di compiere questa missione a causa del nostro incontro con le ragazze. la Giordania, il deserto era la fine del nostro viaggio, stavamo finalmente per tramare la nostra missione segreta. Sulla strada per la Giordania, Anto confessò a Ivan, Roberto e me che aveva parlato dello scopo del nostro viaggio, mentre eravamo stati tutti chiari sul fatto che dovevamo mantenere il segreto fino alla morte, mi arrabbiai con lui e non gli parlai più fino al nostro arrivo in Giordania. Ivan sapeva il motivo per cui Anto aveva detto a Véronique il nostro segreto, ma io non ne capivo il motivo, avevo solo paura che Véronique lo dicesse a qualcun altro. Quando sono arrivato in Giordania ho deciso che dovevo fidarmi di lei. Abbiamo parlato tutti insieme e ci siamo detti che questo era l'ultimo errore e che nessuno l'avrebbe detto a nessun altro.
(CLARA) Abbiamo dunque preso la decisione di fare fiducia a Véronique. Il problema non era Véronique però Anto. Io e i ragazzi avevamo un po’ perso la fiducia in lui e dunque abbiamo deciso di nascondere tutte le prossime tappe della spedizione che solamente Ivan, Roberto ed io sapevamo. Questo segreto era veramente importante e non dovevamo correre il rischio di perderlo. Finalmente siamo arrivati in Giordania, ad Amman, questa città ha messo tutto il nostro gruppo d'accordo : era maravigliosa e ha permesso di allentare le tensioni. Ci siamo divertiti come mai e penso che i nostri migliori ricordi si fossero svolti proprio lì.
(ADA) Abbiamo visitato molti luoghi ad Amman. In primo luogo, volevamo assolutamente visitare il gigantesco teatro romano che risale al secondo secolo. Poi abbiamo visto la Cittadella Jabal al-Qal'a. Queste rovine erano molto impressionanti da vedere. La giornata si è avvicinata alla sua fine abbastanza rapidamente. La sera ci siamo ritrovati per le strade di Amman, siamo passati per Rainbow Street e abbiamo adorato la nostra passeggiata notturna in città perché l'atmosfera locale di Amman è molto festosa. Ci divertivamo così tanto che non pensavamo più ai nostri problemi, a quello che Anto aveva fatto... mangiavamo e ridevamo come sempre.
(CLARA) Grazie a questi momenti passati insieme avevamo veramente creato legami e abbiamo potuto saldare il nostro gruppo di nuovo. Avevamo ricominciato a fidarci di Anto. Abbiamo molto parlato con lui per capire come mai aveva raccontato il nostro scopo. Si è spiegato e abbiamo capito tutti perché aveva rivelato il nostro segreto. Ci ha detto, con le lacrime agli occhi : « Mi sono innamorato di lei e dunque non ho potuto mantenere il nostro segreto perché non voglio nasconderle niente. È la prima volta che provo questo per una ragazza. Ho l’impressione che con lei la mia differenza non esiste » In effeto Anto è il ragazzo più intelligente di noi però questo ha delle conseguenze perché è stato diagnosticato come iperrattivo e lo ha frenatomolto nella sua vita sentimentale in particolare perché le ragazze avevano un po’ paura delle sue reazioni.
(MELINEE) 6 settembre, Inghilterra
(punto di vista di Simone)
Non ho notizie dei ragazzi da quando sono partito, so che sono andati in Giordania per la missione. Non credo che siano tornati, un segreto troppo grande sarebbe troppo da gestire. Capisco la loro scelta, Nadine non avrebbe dovuto venirne a conoscenza, e non in questo modo. Immagina di sentire inavvertitamente che il tuo ragazzo deve partire per la Giordania, incontrare la figlia del presidente italiano. Lo ha lasciato perché sapeva che era troppo pericoloso, ma ha giurato di non rivelare il segreto dello scopo di questa "vacanza".
La missione è semplice: recuperare il pacco dalla Turchia, spostarlo in Giordania, fare lo scambio con la figlia del presidente e poi rimuovere le tracce, in ogni modo possibile. L'unico problema potrebbe essere la fuga di informazioni rivelate da Nadine, o che facciano incontri di altri italiani che li riconoscerebbero dopo l'ultima missione. Ma me ne sono andato prima, quindi non importa più, dovrei essere dimenticato ora.
(ALICE) Venerdì 13 gennaio ore 18,00
Nel club house – Casa di Lorenzo (torna al presente)
Come al solito, i genitori e Cassini dell’unità di crisi si riuniscono per le nuove informazioni. Ma questa volta, era differente. Cassini aveva l'aria molto più seria, quando ha iniziato a parlare.
- Ho cattive notizie. Véronique, l’amica di Cécile, che hanno incontrato i ragazzi, è scomparsa.
La reazione dei genitori non tardò ad arrivare, lasciando il posto al panico.
- Calma, calma. Questo può essere una coincidenza. Non sappiamo ancora la causa di questa scomparsa, allora non fatevi prendere dal panico. Il padre di Roberto si arrabbia e dice :
- Non è una coincidenza ? I nostri quattro ragazzi mancano e ora anche questa ragazza, si sono visti poco prima di scomparire, e ci dice che non è correlato ???
- Non ho detto questo. Dico solamente che non sono sicuro e questa può essere un'altra opzione. Naturalmente, vi terrò informati degli eventuali legami e delle risposte che otterremo. Ma per ora, vi chiedo di stare calmi e di non dire nulla. I genitori annuirono e continuarono a parlare per un po' prima di terminare la riunione. Però la scomparsa di Véronique continuava a girare nella mente dei genitori, preoccupati per il rilievo che cominciavano ad assumere le cose.
(VICTORIAN) 2 agosto, Amman, Giordania
G-3 prima il giorno fatidico, l'appuntamento più importante del nostro viaggio. Non abbiamo niente da fare oggi dunque siamo andati al mercato al mattino. Era speciale, c'erano diverse spezie di tutti i colori, abbiamo il naso stimolato ad ogni passo. Siamo tutti insieme, io, Ivan, Anto e Roberto. Dunque dobbiamo essere discreti nel caso in cui una persona italiana ci veda. Non è il momento per essere trovati.
-"Non volete ritornare a scuola per fare la quinta tutti insieme? Non rimpiangete di aver lasciato la nostra classe?" domanda Ivan.
-"Sul serio Ivan? È una domanda retorica? E perché pensi che siamo andati Ivan?" Dice Anto alzando la voce.
-"Per partire in vacanze in una durata indeterminata?" Risponde timidamente Ivan.
-"Davvero? Sei veramente serio ? Pensavo che fossimo d'accordo sul motivo per cui siamo partiti." Si stupisce Roberto.
-"Sì, sì sono d'accordo... Ma forse avremmo potuto fare il nostro viaggio in un altro modo, per esempio, tenere informati i nostri genitori o qualcosa del genere per non essere costretti ad agire come fuggitivi. Sono un po' stanco di tutto questo, vorrei andare a trovare Simone per ritrovarci tutti insieme come prima."
-"Vuoi così tanto ritrovare Simone ? Sai che è totalmente possibile di vedere Simone il mese prossimo, supponiamo, dopo la missione compiuta."
-"Possiamo veramente andare in Inghilterra per vedere Simone, davvero ?"
-" Ovviamente." Gli risposi.
Ho detto questo ma ho visto che il gruppo era stanco del viaggio sopratutto io perché zoppico, e non è più possibile di vivere come questo, prima era buffo, come un gioco, era la libertà senza i genitori. Oggi dobbiamo nasconderci. Non sono vacanze.
(MANON) 3 agosto, Amman, Giordania
G-2, la nostra missione si avvicina. Abbiamo l'ora e l'indirizzo del Presidente, dobbiamo controllare il contenuto del pacco e darlo a sua figlia mentre suo padre non c'è. Ecco il nostro piano, la casa è composta da un ingresso principale e una grande vetrata mai chiusa. Quindi l'obiettivo è di far passare Lorenzo per un fattorino, reciterà la sua parte all'ingresso principale e attirerà l'attenzione della ragazza mentre noi sgaiattoleremo dall'altra parte per recuperare il pacco che ci interessa. Normalmente sarà nel suo ufficio al piano di sopra. Ivan si occuperà di fare la guardia davanti alla vetrata e Roberto ci aspetterà in una macchina pronta a partire per la strada vicina. Non ha la patente, ma non è uno shock per nessuno qui. Tutti sono febbrili, il nostro colpo non deve essere rovinato altrimenti le conseguenze saranno inevitabili. Ci dispiace che Simone non sia con noi per vivere questo, ma sappiamo che avrà la sua parte nella nostra missione prima o poi.
(JOAN) 4 agosto, Amman, Giordania
G-1, è venerdì, la nostra missione e soprattutto quella di Lorenzo arriva domani, per fare meglio le cose, si decide di andare a comprare un bel vestito per Lorenzo. Quindi cercando di farlo assomigliare il più possibile a un fattorino. Sono le 16:30, Si decide di andare in un negozio di abbigliamento ad Amman. Ne troviamo uno che si chiama Topaz, prima di entrare nel negozio vediamo che apre alle 17:00, quindi scegliamo di andare a mangiare torte in un negozio che si chiama "Sally’s" che abbiamo visto mentre passavamo, aspettando. Venti minuti dopo, torniamo a casa dopo aver mangiato qualche torta e comprato il costume di Lorenzo. Non c'èra molta scelta, ma abbiamo cercato di sceglierne uno che sembrasse credibile, perché conosciamo le conseguenze se ci beccano.
(AMANDINE) 5 agosto, Amman, Giordania
È il momento. Lorenzo è vestito come un fattorino. Sono sicuro che se Simone fosse stato con noi, non l'avrebbe riconosciuto perché si è cosi bene travestito nel suo costume che abbiamo comprato ieri. Roberto porta dunque Lorenzo davanti all'entrata principale e poi lascia Ivan e me davanti a un picccolo sentiero che ci porta segretamente alla grande finestra. Siamo arrivati alla finestra e iniziamo a salire per entrare. Il pacco si trova nell' ufficio come previsto ma è in un cassetto chiuso a chiave. Ivan e me sappiamo che è lì dentro perché possiamo vederlo attraverso la serratura. Fortunatamente, una grande gomitata nel cassetto è sufficiente per rompere la serratura. Nel momento in cui prendo il pacco, Ivan sente arrivare qualcuno. Siamo usciti rapidamente e abbiamo preso lo stesso sentiero per tornare alla macchina. Quando siamo arrivati, Roberto era già lì. Così siamo partiti, con il pacco con noi. Ma quando mi giro di colpo a guardare dietro di noi, vedo due macchine nere che si dirigono dritto verso di noi ! Grido a Roberto : "Accelera !"
(JOAN) Roberto inizia ad accelerare ma non abbastanza per sfuggire alle due vetture che ci investivano da una parte poi dall'altra, diventava insopportabile. Poi il colpo è stato così violento che l'auto si è ribaltata, non capisco cosa stesse succedendo. Le macchine nere si fermano, faccio fatica a distinguere gli elementi intorno a me nonostante vedo quattro uomini alti vestiti di nero. Mi spaventano quindi non mi muovo sono senza fiato, uno degli uomini sale in macchina e ritira il pacco. Cerco di fermarlo ma il mio corpo è bloccato non riesco più a muovermi, mi guardo attentamente intorno per capire cosa mi stia succedendo... non capisco! Ivan è proprio accanto a me, provo a chiamarlo ma non risponde. Piano piano ritrovo la mobilità del mio corpo, provo a svegliarli ma solo Lorenzo risponde. Gli chiedo se va bene poi lui risponde a bassa voce "abbiamo ancora il pacco? Il pacco è ancora con noi?", si alza e si guarda attorno...Il pacco non c'è piu, il nostro segreto sarà svelato.
1 settimana dopo, venerdì 20 gennaio alle 15
Casa di Lorenzo con Cassini e i genitori (Ritorno al presente) - E ancora nessuna notizia a meno che....,
(MAJDA) ...Tutto era normale quando per caso squillano i telefoni dei genitori dei quattro ragazzi, si guardano, nei loro occhi c'è un barlume di speranza e insieme un barlume di disperazione, di angoscia. Durante questi pochi secondi di sorpresa, guardano i loro telefoni e si accorgono di aver ricevuto tutti lo stesso messaggio, una foto dei quattro ragazzi tutti e quattro in un luogo chiuso e sconosciuto, sono seduti su delle sedie, i volti terrorizzati e pieni di spavento, un nastro adesivo sulla bocca e le mani legate.È una minaccia dal numero anonimo, ma perché hanno ricevuto questo messaggio così misterioso e allo stesso tempo molto inquietante e perché è stato spedito a tutti simultaneamente, che strana coincidenza? La squadra di Cassini va dritto alla ricerca di prove, prendono i telefoni dei genitori per perquisirli a fondo per cercare di trovare indizi e cercare di localizzare una zona per trovare qualcosa. Inizia la ricerca, quando all'improvviso i telefoni si hackerano e si spengono automaticamente ; gli schermi dei telefoni sono neri, la polizia non ha potuto fare nulla, né controllare nulla. Durante questo vuoto sono passati due minuti, poi i telefoni si riaccendono ma tutti i dati sono stati cancellati, la polizia non ha potuto recuperare nessuna informazione. Le madri piangono, sono spaventate, indifese e persino arrabbiate con la polizia perché non sta succedendo nulla ed era l'unica possibilità per ritrovare i ragazzi scomparsi da mesi.
(ADA) Analizzano anche lo sfondo della foto di memoria, sperando di trovare un elemento che mostri dove si trovano. Sfortunatamente, la foto è scura, si vede solo che sono rivolti contro un muro di cemento danneggiato, non ci sono finestre. La squadra di Cassini capisce perfettamente perché i genitori sono così spaventati, i ragazzi sembrano terrorizzati. La situazione è inquietante.
(MAJDA) Tutti sono sotto shock.
(ANDREA) Sempre venerdì 20 gennaio alle 17
liceo Tommaseo
(Punto di vista di Luna, la ragazza con il piercing azzurro)
Da qualche giorno ci sono diverse voci che circolano nella classe, o almeno molto più di prima. Uno studente il cui padre lavora per la polizia ha riferito che i genitori delle persone scomparse hanno avuto notizie e che non è stato positivo. Ma gli insegnanti ci tengono lontani dalla storia, tutti cercano di scoprire questa notizia senza successo. È frustrante... ho paura che non tornino più. Tento di non ascoltare quello che dicono gli altri, ma è difficile dire ciò che è reale e ciò che non lo è. All'inizio speravo che i ragazzi tornassero... ora spero solo che siano ancora vivi perché questa storia sta segnando la nostra bella città. Ho cercato per diversi mesi di contattarli senza nessuna risposta. Sempre la maledetta segreteria telefonica che mi prende in giro, ancora e ancora. La campana suona e io entro nella mia classe, ancora con gli occhi fissi nel vuoto. Come ogni giorno, tutti parlano di questa storia, ma non sanno in quale direzione stia andando la ricerca. Ascolto la voce dell'insegnante che mi riporta alla realtà e mi concentro sull'ultima lezione del giorno.
(MATHEO) Venerdì 20 gennaio ore 16,00
Luogo sconosciuto
Essere sempre in una stanza dove la luce non riesce ad affermarsi diventa veramente difficile mentalmente... Ho dimenticato da quanti giorni siamo su queste sedie : uno, due, sette giorni, un mese, ho perso la nozione del tempo. Malgrado questo buio, riesco a distinguere Anto accanto a me, che è immobile con la testa piegata in avanti, guardando il pavimento. È un po' ironico per un ragazzo che è diagnosticato come iperattivo di essere 'tranquillo', senza movimento. Non trovo né Ivan né Roberto, ma sento la loro presenza in questo luogo.
Il silenzio regna, la comunicazione è impossibile con questi nastri adesivi, penso che ognuno si chieda sul seguito degli eventi : ci sono soluzioni per fuggire da questa stanza ? Che cosa hanno preparato i nostri rapitori ? Quando hanno preso una foto con noi, ho provato a vedere i loro visi, ma erano incappucciati.
Aspetto ancora in quest'oscurità una speranza di sopravvivenza e di libertà per noi, con i suoni di passi periodici, anche se so che è forse la fine... avrei voluto rivedere le nostre famiglie prima di scomparire completamente...
(FANNY) Domenica 22 gennaio ore 10,00
Casa di Lorenzo con Cassini e i genitori
Due giorni sono passati dopo l'incidente, eppure la foto dei loro bambini legati, rinchiusi e terrorizzati scorre nelle loro teste. Due giorni che ogni telefonata fa sobbalzare i genitori e fa immaginare loro i peggiori scenari. Due giorni che le madri non hanno smesso di piangere e due giorni che i padri non hanno dormito per paura di perdere un potenziale messaggio. Basti dire che una telefonata di Cassini, una domenica mattina alle nove, dicendo loro di essere al club house alle dieci, non era di buon auspicio. Tutti i genitori erano presenti in anticipo , si poteva leggere l'angoscia sui loro volti , Cassini che anche lui era in anticipo li fece entrare. I genitori preoccupati aspettavano con impazienza che Cassini parlasse, ma Cassini sapeva che la notizia che stava per dare loro sarebbe stata uno shock.
-Quella notte, ho ricevuto una chiamata della polizia francese che mi diceva che avevano trovato il corpo senza vita di Véronique.
Il padre di Anto lo interruppe e disse: "Perché la morte di questa ragazza ci riguarda , noi sono i nostri figli che vogliamo ritrovare e in vita"
Cassini ha continuato senza arrabbiarsi perché sapeva che per i genitori fosse difficile.
-È esattamente quello che volevo dire, Veronique è stata torturata e poi uccisa come se qualcuno avesse voluto farla parlare. Ma la cosa più sorprendente di tutto questo è che sul corpo senza vita di Véronique c'era scritto in italiano: "Vi ritroveremo". Il corpo è stato scoperto due giorni fa nel suo appartamento.
Ora è il turno della madre di Lorenzo di interrompere Cassini
- Due giorni fa è lo stesso giorno in cui abbiamo ricevuto le foto dei nostri ragazzi, è tutto collegato?
-Al momento non posso confermare nulla, dovrei ricevere il rapporto della polizia francese tra qualche minuto.
(DORINE) Domenica 22 gennaio, ore 11,00
Tolosa, Francia
Mi chiamo Cécile, e oggi mi sento come se mi fossi trasformata in un povero animale inseguito da un predatore molto più pericoloso di me. Un piccolo animale che non può provare nient'altro che una paura atroce e soffocante.
Contemplo la mia stanza per qualche istante; mi sembra di essere quella di un'estranea. Il poster di Måneskin, i trofei di atletica, le mie vecchie foto di classe: ora tutto questo appartiene a un'altra vita, una vita di cui non mi rendevo conto della fortuna che avevo di non vivere incessantemente perseguitata da persone più potenti di me. Lupi, tigri, squali, cosa so? Paragonateli a ciò che volete, purché li identifichiate come ciò che sono: cacciatori predatori, l'incarnazione del pericolo allo stato puro
So perfettamente quando la mia vita ha cominciato a cambiare così tanto: da quest'estate, quest'estate che doveva essere la più bella di tutte, un'estate di viaggio, di pigrizia, di spensieratezza dopo un anno di duro lavoro, ma che in realtà si è rivelata essere la porta dell'inferno. Forse Véronique potrebbe dirvi la stessa cosa, se fosse accanto a me. Véronique era una bella ragazza, un'amica, una studentessa ammirevole. Véronique era la mia migliore amica fin dall'infanzia. Questa è Véronique, o meglio era, perché oggi, Véronique è distesa per terra, e nessun respiro di vita esce dalla sua bocca. Véronique, a cui dei ragazzi avevano confidato un pericoloso segreto, che pensavano non avrebbe detto a nessuno, eppure me l'ha confidato. E a causa di questo segreto, so che probabilmente sarò la prossima persona sulla lista, il prossimo corpo su cui sarà scritto "Vi ritroveremo". Ma forse questa è la mia punizione per l'estate in cui, in un piccolo bar in Grecia, ho convinto Véronique ad andare a parlare con quel gruppo di ragazzi che sembravano simpatici, però che in realtà ci hanno fatto conoscere il pericolo.
(ALICE D) Lunedì 24 gennaio
Tolosa, Francia
Sono nella mia stanza, cammino, vedo il mio nome "Cecile" su una foto con Véronique, voglio vomitare. Sono trascorse ormai 48 ore dalla morte di Véronique. Il mio mondo sta crollando. Sono divisa tra tristezza, odio e paura. Ho appena perso la mia migliore amica e sono sicura di essere la prossima della lista. Ma mi sto chiedendo: questi ragazzi vivranno la stessa cosa di Véronique? E io ? Non dormo da 2 giorni. Non ho appetito. Devo fare qualcosa, non posso stare a casa e non fare niente. Quindi è deciso, devo contattare le famiglie dei ragazzi, devo dire loro quello che so, se lo meritano. Mi metto i pantaloni e il maglione, prendo le chiavi e mi dirigo verso il commissariato. Quando arrivo, una donna bruna alta e piuttosto muscolosa appare davanti a me e mi indirizza verso il commissario. Le spiego, e lei chiama qualcuno di cui non conosco l'identità, poi mi passa il telefono. Una persona di nome Cassini mi parla e mi spiega che dovrò andare in Italia accompagnata da agenti di sicurezza...
(SANDRA) Martedì 25 gennaio
su un treno per Milano
Sono seduta su questo sedile da quattro ore. Un poliziotto francese è seduto accanto a me per garantire la mia protezione ; ma si è addormentato trenta minuti fa. Cerco di contattare i miei genitori per rassicurarli, ma non ho campo. Vedo lo sfondo del mio telefono; una foto di io e Véronique ; e non posso fare altro che piangere pensando a lei. Mi alzo per andare al bagno del treno per asciugare le mie lacrime. Chiudo a chiave la porta del bagno quando sento un rumore di passi nel corridoio. La maniglia si abbassa più volte e una voce maschile dice " è qui ! ". Mi dimentico di respirare e cerco una soluzione, devo stare calma, non posso farmi prendere dal panico. Chiamo la polizia, ma non c'è campo. L'uomo sta bussando alla porta e comincio a piangere ; il mio peggior incubo si avvera. La mia unica speranza è che il poliziotto si svegli e venga a salvarmi.
(ELISHA) La voce maschile riprende: " Apri la porta, sei intrappolata! " Come mai ? Il treno è ancora in movimento e non c'è un'altra porta che questa, sono rinchiusa. Inoltre non c'è quasi nessuno su quel treno, urlare sarebbe inutile...
27 settembre
Inghilterra - Simone
Cosa sta succedendo ? Sono tre settimane che aspetto, e non ho avuto nessun segno di vita da parte dei miei amici. Sto iniziando a preoccuparmi. So che qualcosa di brutto sta succedendo, lo sento. E anche se ho detto che ho abbandonato le missioni, non posso chiudere gli occhi. Aspetto il segnale del capo per partecipare alla missione. Ma dice che ci sono delle regole da seguire e che non bisogna infrangerle. All'inizio ho pensato che avesse ragione. Sembra che la missione sia iniziata male, e non bisogna aggiungere altre difficoltà infrangendo le regole, e poi mi sono integrato bene in Inghilterra. Ma non posso lasciare i miei amici in una situazione del genere. Credo che sia giunto il momento di intervenire, anche se questo significa infrangere le regole e abbandonare l'Inghilterra. Credo che sia giunto il momento per me di tornare in Italia !
(ELOUANE) Martedì 25 gennaio
su un treno per Milano
Gli occhi in lacrime, mi sposto lentamente in fondo al bagno. La persona dall'altra parte non smette di sbattere contro la porta. Sono pietrificata, non so cosa fare. Sono terrorizzata all'idea che mi succeda qualcosa di grave, soprattutto che avevo finalmente preso la decisione di esprimermi su questo misterioso caso. Questo misterioso caso che coinvolge persone di grande notorietà come il presidente d'Italia, la figlia del presidente, e tutto il suo governo. Mi chiedo come abbiano potuto trovarsi in questa situazione. All'improvviso, i colpi smettono e la calma ritorna. Ho la testa che gira e il corpo che trema. Non ci posso credere ! Sono quasi stata aggredita ! Questa storia è andata troppo lontano, è assolutamente necessario che io dica la verità ai poliziotti e soprattutto alle famiglie. Sento la voce del poliziotto che mi chiama, questa mi riporta alla realtà : "Cécile tutto bene ?". Mi spruzzo l'acqua in faccia a apro la porta : "Meglio di quanto pensasse...". Gli spiego la situazione e mi rimetto al mio posto
(MELINEE) Arrivata in italia, vado direttamente in questura a raccontare quello che so. Arrivata in questura, per la seconda volta vedo in lontananza Cassini e mi ritrovo di fronte a lui qualche minuto dopo, in una stanza degli interrogatori. "Gli dirò tutto, non si preoccupi, ma posso avere un po' d'acqua, potrebbe essere lungo."
Martedi 25 gennaio
al commissariato
"-Sei sicura di te ?" disse Cassini
"-Sì... Ci sono carte che provano la frode dello Stato, me l'ha detto Véronique" risponde Cécile
"-E hai detto che si sarebbero incontrati dove ?
-In un bar gay ad Amman, non so il nome ma non ce ne sono comunque molti...
-Anzi, per noi sarà più facile, hai la data?
-Domani"
Cassini parte quasi di corsa, lasciando a malapena dietro di sé un leggero "grazie" per andare a parlare con i suoi superiori e mandare una squadra ad Amman in emergenza.
Mercoledi 26 gennaio
Amman, Gordania
La squadra, arrivata finalmente in tempo, ha aspettato tutto il giorno e parte della notte. tre uomini o donne davanti ad ogni bar con un talkie-walkie per avvisare gli altri, anche le squadre di Giordania sono state avvisate.
Una delle squadre ha visto la figlia del presidente, ma l'ha vista anche andarsene senza aver parlato con nessuno. C'è stato un problema.
(CASSANDRA) Cassini e le squadre stanno setacciando ogni bar per trovare qualsiasi indizio che possa aiutarli a trovare i ragazzi il più presto possibile. Purtroppo nessuna traccia di loro in nessun bar. Cassini, disperato e piuttosto deluso, esce dal bar dove si trovava e si mette un po' in disparte rispetto alle squadre che erano davanti, è allora che nota qualcosa che lo intriga molto, quattro uomini vestiti di nero in lontananza uno al volante di un'auto, un altro che sembrava parlagli e stava in piedi accanto a lui e gli altri due dietro l'auto che non distoglievano lo sguardo del bar da cui era appena uscito. Decise quindi di avvicinarsi a questi uomini misteriosi quando i due uomini che erano gli ultimi sembravano dare un segnale e tutti rientrarono in macchina e Cassini non ebbe il tempo di prenderli. Una squadra parte alla ricerca di questi uomini mentre Cassini e un'altra squadra si affrettano a dirigersi verso il luogo in cui gli uomini stavano guardando. Bingo! Cadono su un piccolo capannone molto ben camuffato con una porta chiusa a chiave, non hanno avuto problemi a romperlo e sfondano la porta di ferro. Grande delusione da parte loro, non c'era nessuno in questo luogo buio, analizzano l'hangar e trovano quattro sedie, in coppia schiena contro schiena ma abbastanza distanziate, a terra pezzi di corde tagliate. Le squadre concordano sul fatto che è potenzialmente qui che i ragazzi sono stati tenuti prigionieri e che sono ancora vivi. Cassini chiama i genitori dei giovani per avvertirli che questo è già un grande passo.
(MATHILDE) I genitori soffiano di sollievo, a seguito dell’annuncio di Cassini. Pensano che c’è un barlume di speranza. Le ricerche continuano, con dei poliziotti che fanno parte della polizia scientifica per approfondire le ricerche. Solo pochi minuti dopo, i poliziotti della sezione scientifica arrivano, e prelevano diverse impronte per analizzarle più tardi. Durante l’intervento, Cassini telefona ai genitori per rassicurarli e tenerli aggiornati :
« Sì sì, sono stupiti dal numero di indizi e di elementi trovati, è la prima volta che un’indagine avanza così tanto. »
Dall'altra parte del telefono, i genitori non riescono a crederci. È la fine di un incubo risvegliato. La scomparsa dei loro figli era insostenibile. Vogliono assolutamente rimanere al telefono con Cassini per non perdere nessuna informazione. Inconsciamente, Cassini è sotto pressione. I genitori hanno tanta speranza che lui non vuole deluderli. Si riprende e continua di dirigere l'indagine. Improvvisamente, un grido risuona. Tutto il team di ricerca sussulta.
(NATHAN) Tuttavia, è stato durante la telefonata con i genitori che Cassini si è reso conto dell'entità della situazione, poiché era certo di trovare il luogo in cui i ragazzi erano stati tenuti prigionieri. Ma non li aveva ancora trovati e non aveva idea di dove sarebbero stati adesso. Cassini ci ha quindi pensato e ha deciso di fare una segnalazione del luogo e di trasmetterla alle autorità di Amman dopodiché ha chiesto loro di tenere il luogo sotto sorveglianza 24 ore su 24 oltre che di piazzare pattuglie ovunque nella speranza di trovare la famosa macchina nera. Per fortuna uno degli uomini presenti con Cassini è riuscito a identificare il veicolo. Ha affermato che si trattava di una Maserati Levante Trofeo. Quindi le possibilità di poterlo avvistare più facilmente e seguirlo per scoprire dove sono rinchiusi i ragazzi sono più probabili. Nel frattempo, torna a trovare Cécile, che aveva lasciato aspettare al commissariato poche ore prima..
(NOLWENN) Sul tragitto per andare in questura Cassini ha preso un taxi perché la pattuglia era andata alla ricerca della macchina nera. Durante il viaggio Cassini aveva una strana sensazione, una macchina nera seguiva il taxi, Cassini inizia a farsi prendere dal panico, la macchina nera comincia ad accelerare e sta incollata al taxi. Ad un incrocio un’altra macchina nera colpisce il taxi poi le macchine nere fuggono mentre l’autista del taxi muore sul colpo e Cassini si ritrova gravemente ferito. Un'ambulanza è venuta, ed è solo quando è arrivata in ospedale che ha ricevuto le cure necessarie, ma era troppo tardi e Cassini cadde in coma.
(LYLIA) Questo evento inquietante preoccupò l'intera unità di polizia che cercava di trovare gli adolescenti; come avrebbero fatto senza Cassini, la forza trainante della loro unità? Ma soprattutto, chi è l'autore di questo atto? Chi vorrebbe fargli del male? Non lo sappiamo, ma l'unica cosa che sappiamo è che questa persona è sicuramente coinvolta nella loro scomparsa. I genitori hanno deciso il giorno dopo di prendere in mano l'indagine da soli e di non permettere che i malintenzionati si mettano in mezzo, dopo tutto vogliono trovare i loro figli e avere finalmente le risposte a tutte le domande che hanno. Hanno deciso di prendere un volo per Amman contro il consiglio del governo, dopo tutto nulla valeva la vita dei loro figli. Ma prima di partire, non si aspettavano che il loro viaggio sarebbe stato così complicato e pericoloso.
(EVA) Dopo la morte di Véronique, la scomparsa dei quattro ragazzi e ora la terribile notizia su Cassini, chi avrebbe pensato che i genitori sarebbero stati il prossimo bersaglio? Pronti a partire per Amman, i genitori si sono precipitati sul primo volo disponibile per la Giordania. Quattro ore di volo erano previste per questa destinazione, quattro lunghe ore per porre mille e una domande. Arrivati a destinazione, dove andare? Cosa fare? Da dove iniziare ? Fu ancora una volta l'inizio di un terribile incubo. Nessuno parlava, quattro ore di volo che sembravano venti in più, alcuni morivano dalla fatica, altri guardavano fuori dal finestrino con le lacrime agli occhi, altri fissavano intensamente un punto, cio che rivelava una lunga riflessione e analisi degli eventi. Arrivati in aeroporto, scesero uno ad uno e iniziarono il viaggio senza parlare. Dopo qualche minuto di cammino hanno deciso di fermarsi per iniziare ad attuare il loro piano. Non lontano da loro, un vecchio vestito di nero, con gli occhiali e un berretto era seduto su una panchina e leggeva un giornale. Era molto tranquillo e prestava una particolare attenzione alle conversazioni dei genitori preoccupati e stressati. Passarono alcuni minuti quando si alzò, sempre con in mano il giornale, e si avvicinò ai genitori per chiedere una sigaretta a uno di loro. Non avendo una sigaretta a disposizione, il vecchio rispose loro che non era grave, depose il giornale davanti a loro e se ne andò. Solo pochi minuti dopo si resero conto che qualcosa non andava; sulla pagina del quotidiano che aveva lasciato il vecchio, c'era una grande pagina bianca con solo una scritta nera, in grassetto e in grande "torna a casa".
(LISA) Quando i genitori hanno preso il giornale e hanno visto questa frase non rassicurante, erano in panico. Non sapevano che cosa fare e allora si vengono in mente molte domande. Dovremmo tornare a casa ? Dovremmo continuare a cercare i nostri figli ? Erano persi, ma erano così determinati a ritrovare i loro figli dunque hanno deciso di continuare. Uscendo dell'aeroporto, hanno preso un taxi per rendersi all'ultimo luogo che Cassini aveva evocato. Quando arrivarono sul luogo, i genitori si sono resi conto che una macchina grigia li aveva seguiti con tre uomini dentro. All'inizio, non si curavano di questa macchina perché sembrava normale ma si sono preoccupati della sua prezenza quando hanno visto che era da tanto che li seguiva. I genitori erano terrorizzati, e pensavano che avevano fatto la scelta sbagliata volendo ritrovare i loro figli e volevano tornare a casa. Ma, hanno tentato di seminare la macchina e si sono ritrovati in un vicolo cieco con la macchina proprio dietro di loro. Il passeggero è sceso con una sbarra di ferro alla mano. A questo punto, i genitori non credevano che questo momento era la realtà ed erano paralizzati dalla paura. L'uomo si avvicinò di loro e disse "Venite ! Senza fare nessun rumore". I genirori si misero a correre ma l'uomo li ha fermati e le hi ha messi ko. Qualche ora più tardi, i genitori si svegliano e scoprono che sono fatti prigionieri : sono legati e hanno un sacchetto sulla testa... Non sanno dove sono e nessuno può venire al loro soccorso perché hanno infranto il consiglio del governo e nessuno sa che sono partiti ad Amman....
(RAYAN) A questo momento l’incubo cominciava per loro. Senza aiuto in un luogo sconosciuto con degli stranieri violenti e pericolosi. Si poteva sentire la pressione e il pericolo nell’aria. Qualsisasi persona in questa situazione si sarebbe fatta prendere al panico ma loro sono rimasti calmi. Sapevano benissimo che se si fossero messi a gridare o a cercare di scappare sarebbero stati uccisi. In più, il luogo nel quale erano era molto umido e fresco, si sudava dunque tanto... Non sentivano niente a parte un fondo di discussione in una lingua straniera. Finché non sentirono dei passi dirigersi verso di loro prima di smettere di avanzare ad un metro da loro. A questo momento sentirono una mano togliergli la benda che avevano sugli occhi. Aprirono gli occhi e videro un uomo abbastanza piccolo con i tratti fisici di un abitante dei paesi dell’Est. L’uomo parlò con le guardie in italiano ma con un accento russo e gli ordinò di portarli davanti al « boss » per interrogarli.
(YASMINE) L'interrogatorio è andato molto male, i genitori sono stati minacciati : avrebbero ritrovato tutti i loro parenti per ucciderli. Gli uomini del capo hanno avuto l'ordine di picchiarli per farli parlare facendogli subire un sacco di torture : li hanno elettrificati versando acqua fredda su di loro poi li hanno elettrificati con l'aiuto di dispositivi, troppo dolorosi per gli esseri umani, ma nonostante tutto questo i genitori erano comunque forti, hanno sopportato il dolore e la sofferenza tutto ciò in modo che possano mantenere i loro figli in sicurezza e sperare che saranno salvati… Dopo diverse ore passate durante l'interrogatorio o meglio la tortura gli uomini hanno portato i genitori in un luogo più chiuso e molto freddo, hanno chiuso la porta poi li hanno lasciati. I genitori stavano soffrendo, ma questo non gli ha impedito di pensare ai loro figli e di trovare un modo per uscire e fuggire da questi pazzi.
(ILONA) I genitori provarono tanto male a trovare una via d'uscita da tutti questi problemi ; erano venuti con l'obiettivo di ritrovare i loro figli e lì si trovarono di fronte a sconosciuti che facevano vivere loro più un calvario che altro con il loro interrogatorio.
I minuti furono ore e le ore dei giorni, il tempo era lungo, i genitori erano preoccupati perché li stavano bloccando in un paese che non era il loro con persone che gli volevano del male a loro e ai loro figli. I genitori si chiedevano come fare per uscire, avevano già provato di negoziare, senza risultato però, il rifiuto era immediato. Mentre stavano trovando una via d'uscita i loro ragazzi erano anche in una brutta situazione, che cosa poteva capitare loro? Si trovavano in pericolo? Il silenzio era palpabile, quando improvvisamente uno dei genitori ebbe un'idea ...