Viaggiare...
Viaggiare...
Thème : le « voyage responsable »
Groupe des Terminales LV3 Italien du Lycée J. Prévert
Manon V. :
13-21 Gennaio 2017
Ero nell'aeroporto internazionale di Roma, per prendere l'aereo che mi porterebbe a destinazione. Non sapevo mai in anticipo in quale paese sarei andato. Mi sono presentato all'ufficio dell'accoglienza e ho incontrato il pilota che ci ha spiegato, con tutti i membri dell'equipaggio, quale era la destinazione. Alla fine della riunione il mio superiore mi ha detto che ero promosso, da ora in poi potevo rimenere a terra il tempo che vorrei. Abbiamo preparato l'aereo, in modo che i passeggeri possano imbarcare. Quando i passaggeri furono a bordo, il pilota fece una breve presentazione : "Buongiorno sono il pilota Jiomy, sono io che vi porterò all'aeroporto di Vancouver. Vi auguriamo un buon viaggio con Alitalia".
Ora preparo pranzi perche il volo dura molto tempo con più scale. Siamo arrivati a Vancouver alle 20:30, esso mi dà tempo per andare a contattare un "AirB'nB". Ora vivrò per una settimana in questa città. Per ora penso solo a mangiare con il mio collega, abbiamo mangiato in aeroporto, molto veloce. Poi ho fatto carpooling per andare nel mio nuovo appartamento situato nel centro città.
Il giorno dopo sono andato alla Grousse Montain, sembra che si tratti di un sito bello, per quanto mi è stato detto da Ava, è la mia nuova vicina di casa. Ho fatto una lunga escursione, che era molto bella poi per il pranzo ho mangiato al ristorante di Grousse Montain, ho mangiato un'anatra con sciroppo d'acero era un po' strano, ma molto buono. Poi sono tornato in città. Durante gli altri giorni sono andato in centro della città, nel Downtown Eastside di Vancouver, è come un'isola completamente circondata dall'acqua. Ho visitato anche l'acquario, che è il più grande del Canada e uno dei più grandi del Nord America, ma anche ho visitato i parchi e giardini della città, come Stanley Park e la Regina Elizabeth Park. Durante queste escursioni ho avuto l'opportunità di assaggiare i vari piatti tipici come bistecche di bisonte o anguilla al cartoccio e anche lo sciroppo di fiordaliso. Porto con me i diversi prodotti tipici e speciali. Ho fatto conoscenza con i miei vicini che mi hanno suggerito quello che dovevo assolutamente visitare in questa città, ed è grazie a loro che ho potuto scoprire la cucina, perché Ava e suo marito sono cuochi. Ma ora devo tornare all'aeroporto dove sono aspettato. Troverò la mia prossima destinazione...
Alison De P. :
Ho la fortuna di esercitare questo lavoro, ciò mi permette di viaggiare attraverso il mondo intero grazie al mio datore di lavoro, la compagnia aerea Alitalia.
A volte, la compagnia mi dà la possibilità di scegliere il volo, la destinazione! Ora che sono stato promosso, spero di viaggiare in paesi in cui non sono ancora andato, come Costa Rica, questo paese sembra geniale ! Ma per il momento, ho appena saputo che il mio prossimo volo sarà a destinazione del Messico. Haaa… il Messico ! Non vedo l'ora di esserci ! Adoro i paesi caldi, le culture e le lingue diverse. Adoro partire alla scoperta delle civiltà, trovo che è un buon mezzo per scoprire e comprendere meglio il mondo nel quale viviamo. E quindi questo lato « latino », con tutti questi « sombreros », questo lato festivo e queste cose puramente messicane… Infatti è una visione piena di stereotipi di questo paese ma non l'ho visitato dunque ho dovuto farmi un'idea! Bene, non occorrerebbe dimenticare lo scopo primo di questo volo, lavorare! Ma quando facciamo un lavoro che ci piace e così « arricchente » come il mio, quello non diventa più un lavoro forzato o qualcosa di penoso... Quando mi alzo la mattina, non mi dico che un giorno duro di lavoro mi aspetta, io sono felice di alzarmi per andare a lavorare e non è dato a tutti ! Grazie al mio lavoro, ho saputo riunire i miei due sogni : il viaggio e la scoperta, e il lavoro di steward.
Romain F.:
Ah dopo quindici ore di volo finalmente sono arrivato nella città di Messico la capitale del Messico, sono stato accolto dalle hostess messicane che mi vestono in messicano come lo vuole la tradizione. Eccomi con la tenuta del "charro " composta di un sombrero, una camicia, una giacca bolero, un pantalone scuro e degli stivali con i tacchi alti con una lunga punta ed il celebre poncho. Si portano questi abiti durante le grandi feste del paese e ci trovavamo appunto nel periodo della festa dei morti. Una volta vestito sono partito alla scoperta del mio hotel e così ho lasciato i miei bagagli. Dopo averli lasciati ho potuto scoprire il mio hotel e mangiare al ristorante e degustare così la cucina messicana rinomata per essere piccante.
Finito il pasto, sono tornata nella mia camera ed mi sono addormentato direttamente perché ero troppo stanco dopo il viaggio. Mi sono detto che l'indomani sarebbe un nuovo giorno e potrei così scoprire la cultura messicana.
Clara M. :
Avevo per idea di visitare tutti i monumenti e i luoghi imprescindibili di Messico, ciononostante l'indomani ho incontrato un vecchio uomo che attirava la mia attenzione. Andava a spasso tra la folla di turisti fermando qualche persona per fare loro delle coccole. Quest'uomo sembrava di essere molto allegro. Non smetteva di cantare e dire parole molto piacevoli ai passanti, che sorridevano in cambio. Osservavo da qualche minuto quando l'uomo si avvicinò di me. Mi prese nelle sue braccia e mi disse in spagnolo parole di amore. Curiosa di conoscere quest'uomo, iniziai una conversazione. Appresi che era un italiano venuto ad abitare in Messico negli anni 70, che si chiamava Alberto e che il suo comportamento aveva per scopo di ridare il sorriso alla gente perché per lui il mondo aveva bisogno di allegria. Era un personaggio eccentrico, un po' folle ma talmente gioioso e carismatico che mi affezionavo a lui. Racontai quello che volevo fare a Messico, ma rise e mi disse che Messico era altra cosa che i luoghi turistici. Finalmente, propose di essere la mia guida.
Margaux S.:
Dopo, mi ha detto che i monumenti e luoghi più famosi non sono necessariamente i più rivelatori della bellezza e della storia di un paese. Avevo ugualmente un'idea su alcuni luoghi fondamentali da visitare in Messico, Ma con la mia guida non era evidentemente quello che dovevo visitare e scoprire per primo. Mi disse che, secondo lui, la bellezza e la storia di un paese si rivela spesso nelle storie che possono racontarci gli abitanti, grazie ai loro mestieri, alle loro abitudini, le loro culture... grazie alle loro vite quotidiane finalmente. Mi portò allora in un piccolo villagio tipico del Messico. Ho incontrato una bella famiglia Messicana, ma avevo ancora in testa molte idee preconcette, pregiudizi sui Messicani... come se andassero ad accogliermi nelle loro case con un bicchiere di téquila in mano, un sombrero sulla testa, i baffo, una chitarra, in dicendo "aie Caramba!". Anche se certi stereotipi non sono completamente falsi, quando io ci ripenso mi sento completamente idiota, stupido.
Justine F.:
Infatti, alcuni stereotipi possono essere veri, ma non occorre fidarsi solamente a questo ! Mi sono spesso detto che per viaggiare in un paese sconosciuto bisognava basarsi sui suoi stereotipi, come per esempio cucinare solamente delle pizze agli italiani ! Oggi, penso che ero molto stupido di pensare e fare questo, anche se gli italiani avevano adorato le mie pizze. Poi, dopo questo incontro con questa bella famiglia messicana, avevo continuato la mia strada, ed avevo incontrato, vicino ad un ristorante messicano molto rinomato, una signora anziana che doveva avere al minimo 80 anni, sorridente e piena di vita. Questa signora mi ha detto che non aveva viaggiato molto, ma che avrebbe voluto percorrere il mondo per scoprire diverse tradizioni, diverse culture. Davanti a queste belle parole, mi dicevo che avevo la fortuna di scoprire dei nuovi luoghi, nuove persone. È d'altronde tutto questo che ha forgiato il mio carattere. Infatti, prima di viaggiare, ero timida, non parlavo con nessuno e non accettavo di uscire solo. Di più, ho potuto visitare un museo sulla storia del paese, per apprenderne un po' di più, perché mi è piacuto molto questo paese e anche, per arricchire la mia cultura generale. Nonostante, dovevo rapidamente partire e prendere un nuovo volo, per partire verso nuovi orizzonti.
Marjorie Le B.:
Ecco fatto ! Tutte le cose buone devono finire...
Sono finalmente tornato dal Messico, un superbo soggiorno. Il cibo diverso mi mancherà, il clima piacevole e anche gli abitanti che sono molto più aperti.
Ovunque sono andato sono stato ricevuto con sorrisi. I messicani sono molto amichevoli. Non mi è successo niente di male, nonostante il fatto che la mia guida mi ha spesso ripetuto la necessità di essere vigili...
Inoltre, ha deciso di accompagnarmi nella mia prossima destinazione, il Guatemala, dove è già passato molte volte per trovare la sua famiglia durante le vacanze .
Bei siti naturali sono da scoprire, così come Tikal, l'antica capitale dei Maya, una tappa inevitabile, che promette una spedizione nella giungla. Un giorno non è sufficiente per fare un giro di questo enorme sito, ma la mia guida aveva altri progetti per i prossimi giorni per fare scoprirmi altri luoghi di Guatemala.
Sarah R.:
La mia guida sceglie di farmi scoprire con l'aiuto della popolazione il lago Atitlan ed i suoi dintorni. Naturalmente da scoprire a piedi! Il lago è un paesaggio stupefacente, coi vulcani. Sono stata sbalordita rapidamente davanti al potere della natura, malgrado i miei piedi che soffrivano, che gridavano alla liberazione, meritavano bene un piccolo sacrificio. Ma ciò non ci ha fermati e siamo arrivati vicino al lago Atitlan dove si trova un grande comune Santiago Atitlan e altri che sono menomale ancora impregnati dalla cultura maya. Certi abiti tradizionali sono portati dalla popolazione ho trovato che la popolazione era molto festaiola. La mia guida mi ha detto che molti turisti alla ricerca di viaggio in rapporto con il turismo responsabile e sostenibile sceglievano questi luoghi. E questo viaggio mi ha aperto gli occhi su ciò che significa viaggiare e soprattutto ciò che può portarci nella nostro « quête » di sé stessi. Ma la partenza arriva rapidamente, occorreva dire arrivederci a questi paesaggi che permettono di rimetteresi in sesto, per ritrovare mio paese natale, l'Italia. Mia famiglia mi mancava tantissimo e poi era necessario riposare dopo tanti giorni a viaggiare.
Lara G.:
Ritrovo la mia famiglia che mi aveva mancato ! Apprendo qui che saro papà ciò che mi riempe di gioia! Mi rendo anche conto che dovrò annullare i miei viaggi, non posso lasciarla adesso! Ma vuole che finisca il mio percorso per non rimpiangerlo un giorno, decido che ripartirò per una sola destinazione, per 1 settimana. Scelgo una destinazione che non ha niente da vedere con le precedenti questa volta, vado su un'isola francese, specialmente per una corsa che ho sempre sognato di tentare, "Il Grande Raid" che si svolge nel mese di ottobre a La Riunione, e che è probabilmente una delle più difficili al mondo, e consiste in una traversata dell'isola ciò che è probabilmente magnifico. Anche se, certo, sono abbastanza sportivo, non sono per niente sicuro di riuscire a finirla, abbiamo 66 ore per fare 160 km.
È l'ora della partenza, 9 ore di volo, ne approfitto per recuperare. Arrivato all'aeroporto di "Santo-Dionigi", una guida mi accoglie molto calorosamente, si chiama Jean e ha un accento creolo, mi porta al mio hotel situato a "l'Entre-Deux", un villaggio nel Sud, magnifico e riposante che è a 20 minuti dalla partenza di "La diagonale dei Matti." Tre giorni dopo, è il giorno della corsa, partiamo tutti allo sparo, confesso che non posso trattenermi di guardare i paesaggi splendidi, la corsa si annuncia difficile visto il grande numero di partecipanti, ma è proprio splendido, abbiamo da un lato le montagne maestose coi rilievi incredibili, e dell'altro delle città che seguono e l'oceano di un blu incredibile. Passo in città molto
belle, ma anche per il vulcano che è meraviglioso da vedere, poi i circhi naturali come Salazie con le sue molteplici cascate splendide...È certamente la corsa più difficile al mondo ma è molto impressionante ; sono arrivato a più della metà della corsa adesso ma mi sono ferito alla caviglia, sono obbligato a fermarmi qui... I giorni che seguono, malgrado la mia caviglia, approfitto di ciò che mi resta di tempo per visitare le città come "Santo - Dionigi", o ancora fare del parapendio a "Santo - Leu", vado anche all'incontro di persone anziane che mi raccontano il loro passato sull'isola, il loro lavoro nei campi di canna, vedo delle specie endemiche dell'isola come i "beccheggi", "la paglia - ne - coda"... L'ultimo giorno, decido di andare sulla spiaggia dell'eremitaggio a "Santo - Gilles" che è splendida, ho diritto ad uno spettacolo splendido di balene, osservo promettendomi che quando ritornerei, dividerei tutte le mie avventure vissute fino a qui e promettendomi di dare questo stesso gusto del viaggio al mio bambino affinché possa vivere altrettante cose…